A proposito di Betlemme, Gesù, Adone e la stella

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A proposito di Betlemme, Gesù, Adone e la stella

Messaggioda Aslan » 24/12/2014, 10:13

Da "Il ramo d'oro" di J.G. Frazer

Può essere di non poco valore un noto giudizio di S. Girolamo. Egli ci dice che Betlemme, il tradizionale paese nativo del Signore, era ombreggiato da un piccolo bosco che apparteneva a quel dio siriano anche più antico di lui, Adone, e là dove aveva pianto Gesù bambino, erano state versate lacrime per l'amante di Venere. Benché S. Girolamo non lo dica apertamente, sembra che egli abbia pensato che il boschetto di Adone fosse stato piantato dai pagani dopo la nascita di Cristo, allo scopo di profanare il luogo sacro. Può darsi che in questo S. Girolamo abbia errato. Se infatti Adone era, come io credo, lo spirito del grano, si poteva trovare difficilmente un nome più adatto per la sua dimora che quello di Betlemme, «la Casa del Pane», e, molto probabilmente, egli può essere stato adorato là nella sua Casa del Pane, parecchi secoli prima che nascesse Colui che dirà: «Io sono il pane della vita». Anche supponendo che Adone seguisse, invece di precedere, Cristo a Betlemme, la scelta della sua dolorosa immagine per allontanare la comunione dei cristiani dal loro Signore non può che colpirci come straordinariamente appropriata, se ricordiamo la somiglianza dei riti che commemoravano la morte e la risurrezione dei due. Una delle prime sedi del culto del nuovo Dio fu Antiochia e ad Antiochia, come abbiamo visto, la morte dell'antico dio veniva celebrata ogni anno con grande solennità. Un fatto che avvenne all'entrata di Giuliano in quella città al tempo delle feste di Adone può forse dare qualche luce sulla data della cerimonia. Quando l'imperatore fu vicino alla città venne ricevuto con preghiere pubbliche, come se fosse stato un dio, ed egli si meravigliò di sentire le voci di una grande moltitudine gridare che la Stella della Salvazione era loro apparsa ad oriente. Questo può senza dubbio non essere stato altro che un servile complimento reso all'imperatore romano da una ossequiosa turba orientale. Ma è anche possibile che il sorgere d'una lucente stella desse regolarmente il segnale della festa e che, per caso, la stella fosse apparsa all'orizzonte nello stesso momento in cui si avvicinava l'imperatore. Se si produsse la coincidenza, dovette colpire assai facilmente l'immaginazione di una folla superstiziosa ed eccitata, pronta a salutare il grand'uomo come una deità la cui venuta fosse stata annunciata da un segno del cielo. Oppure l'imperatore può aver preso per un saluto diretto a lui le grida indirizzate alla stella. Ora Astarte, la divina amante di Adone, era identificata col pianeta Venere e i suoi cambiamenti da stella mattutina a stella vespertina, venivano accuratamente notati dagli astronomi babilonesi che ricavavano presagi dalle sue alternate apparizioni e riapparizioni. Di qui possiamo supporre che la festa di Adone era regolarmente fis-sata in modo che coincidesse con l'apparizione di Venere, sia come stella mattutina, che come stella vespertina. Ma l'astro che il popolo di Antiochia salutava alla festa, era nato a oriente, perciò se era veramente Venere poteva essere solamente la stella del mattino. Ad Aphaca, in Siria, dove era un famoso tempio di Astarte, il segnale per la celebrazione dei riti era apparentemente dato dall'apparire di una meteora che, in un certo giorno, cadeva, come una stella, dalla vetta del monte Libano nel fiume Adone. Si credeva che la meteora fosse Astarte in persona e il suo volo attraverso l'aria ha potuto naturalmente essere interpretato come la discesa della dea innamorata tra le braccia del suo amante. Ad Antiochia e altrove l'apparire della stella mattutina nel giorno della festa può, in egual modo, essere stata presa come l'arrivo della dea dell'amore per risvegliare il suo amante morto dal suo letto terrestre. Se così era, possiamo immaginare che fosse la stella mattutina a guidare i Re Magi dall'oriente a Betlemme, il luogo sacro che udì, secondo le parole di S. Girolamo, tanto i pianti di Gesù bambino quanto i lamenti per Adone.

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