Il 24 giugno era il giorno onomastico di don Bosco. Si fece festa grande all'oratorio, come tutti gli anni. Don Bosco, per ricambiare l'affetto e la buona volontà, disse:
- Ognuno scriva su un biglietto il regalo che desidera da me. Vi assicuro che farò il possibile per accontentarvi.
Quando lesse i biglietti, don Bosco trovò domande serie e sensate, ma trovò anche richieste stravaganti che lo fecero sorridere: qualcuno gli chiese cento chili di torrone "per averne per tutto l'anno". Sul biglietto di Domenico Savio trovò cinque parole: "Mi aiuti a farmi santo".
Don Bosco prese sul serio quelle parole. Chiamò Domenico e gli disse:
"Ti voglio regalare la formula della santità. Eccola:
* primo: allegria. Ciò che ti turba e ti toglie la pace non viene da Dio.
* secondo: i tuoi doveri di studio e di pietà. Attenzione a scuola, impegno nello studio, impegno nella preghiera.
* terzo: far del bene agli altri. Aiuta i tuoi compagni sempre. La Santità è tutta qui".
In una chiesa c'erano molte vetrate colorate con i disegni dei santi. Il sacerdote, una bella domenica di sole, mostrando le vetrate colorate spiegò ai bambini la vita di ogni santo. C'era san Francesco con il lupo, Chiara con le povere clarisse; più in là si vedevano la spada di San Paolo e le chiavi di Pietro. C'era san Michele con le sue ali splendenti, Teresina di Lisieux con una manciata di rose, i santi bambini, le coppie di sposi che insieme aveva raggiunto la santità... e così via. Le vetrate erano tante e tante le storie dietro ogni immagine. Finito il giro il sacerdote chiese ai bambini un pò confusi dalle tante storie: "Allora, ora sapete dirmi chi sono i santi?". Silenzio di tomba!!! Solo un bambino osò rispondere: "Sono quelli che fanno passare la luce!".
I santi sono quelli che fanno passare la luce
