Gesù allora, vedendo la madre
e lì accanto a lei il discepolo che egli amava,
disse alla madre:
"Donna, ecco il tuo figlio!".
Poi disse al discepolo:
"Ecco la tua madre!".
E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
Gv 19, 26-27
«Occorre, quindi, avere l’ardire di affermare da una parte che i vangeli sono primizia di tutta la Scrittura , dall’altra che primizia dei vangeli è quello secondo Giovanni, il cui senso profondo non può cogliere chi non abbia poggiato il capo sul petto di Gesù e non abbia ricevuto da lui Maria come sua propria madre. Colui che sarà un altro Giovanni deve diventare tale da essere indicato da Gesù, per così dire, come "Giovanni che è Gesù". Se infatti non c'è alcun figlio di Maria, se non Gesù, secondo l’opinione di coloro che pensano rettamente intorno a lei, e ciononostante Gesù dice a sua madre: “Ecco tuo figlio” (e non già “Ecco, anche questo è tuo figlio”), ciò equivale a dire: “Questi è Gesù che tu hai partorito”. Infatti chiunque è perfetto “non vive più”, ma in lui “vive Cristo”; e poiché in lui vive Cristo, quando si parla di lui a Maria si dice “Ecco tuo figlio”, cioè Gesù Cristo».
Origene, Commento al Vangelo di Giovanni