II articolo del V dialogo- I parte- Gli Eroici Furori

Scritti del filosofo Nolano. Commenti su di essi e note sul suo pensiero.

II articolo del V dialogo- I parte- Gli Eroici Furori

Messaggioda attilius743 » 18/04/2012, 22:27

II – Il sole è sempre e ovunque tutto

Nell’emblema del primo innamorato c’è una fiamma sotto l’elmo, in quello del secondo c’è un sole che irradia la sua luce sulla crosta terrestre: si rendono presenti così due fonti di energia: una fiamma che sale dal basso nel primo contesto, una fonte di luce irradiante dall’alto nel secondo. I due simboli richiamano i due draghi degli alchimisti: quello inferiore energetico–demonico e quello superiore della divina luce intellettuale invariabile nello splendore della sua effusione. Il primo, che precede il secondo, è da ricercarsi nell’inconscio, “luogo” da cui si evolve la stessa coscienza e nel quale, semplificando, possiamo intravedere l’istintualità, il dionisiaco, l’Es di Freud, quello che Jung intende per libido o, ancora, il biblico lato femminile e lo Yin dei Cinesi; il secondo è quello in cui, sempre semplificando, si può vedere l’apollineo come lume intellettuale, come coscienza collettiva e norma, luce che nasce dal ruolo dell’autorità genitoriale (e che, già nello schema freudiano, era chiamato Super Io) o, ancora, biblico lato maschile e lo Yang del Taoismo. Dalla sintesi dell’energia che sorge da questi due poli opposti nasce, quasi per schiacciamento tra i due, un terzo polo: l’Io, la coscienza, che appare come una lamina compressa e molto limitata che divide i due lati . Più misterioso il luogo del quarto a cui rimanda la divisione anche di questo secondo scudo nei quattro colori. Il quattro allude ai quattro elementi, alle quattro fasi dell’alchimia, ma non solo. Di esso si può intuire qualcosa decodificando Dn 91-92:

Allora il re Nabucodònosor rimase stupito e alzatosi in fretta si rivolse ai suoi ministri: “Non abbiamo noi gettato tre uomini legati in mezzo al fuoco?”. “Certo, o re”, risposero. Egli soggiunse: “Ecco, io vedo quattro uomini sciolti, i quali camminano in mezzo al fuoco, senza subirne alcun danno; anzi il quarto è simile nell’aspetto a un figlio di dei”.

Il quarto è dunque il Sé divino, l’immagine di Dio in noi. Illuminante per comprendere il simbolismo del numero quattro e della sua dinamica, che amplifica il due per ricondurlo all’uno, è l’Assioma di Maria Prophetissa: ex tou triton, to en tetrarton, che significa dal due il tre, all’uno il quarto: o anche, dal due il tre, dal terzo procede l’uno come quarto o ancora nell’altra traduzione qui più adeguata: l’uno diventa due, il due diventa tre e dal tre procede l’uno come quarto, dove l’uno, in questa chiave di lettura, è l’inconscio, il due la coscienza che nasce dal primo, il tre è l’Io che procede dai due, e il quattro è il che ricapitola nell’uomo il tutto dell’amore divino.
Il motto: Idem semper ubique totum, cioè lo stesso sempre e ovunque tutto sembra riferirsi al sole e, fuori dal simbolo, a Dio. Ma c’è anche un altro senso che si situa tra i due e ha grande importanza per la via spirituale che il nostro autore intende aprire al lettore: quello dell’amore. Quando si è colpiti dalla freccia di Eros, l’amore, sole della vita, è sempre uguale e sempre tutto anche se le varie manifestazioni ne diversificano gli effetti. Non ci sono amori sacri e amori profani, puri e impuri. L’amore o c’è o non c’è; e quando c’è, è sempre uguale e sempre tutto, perché l’amore è la sostanza di Dio stesso che dal cuore spinge l’uomo a fare delle scelte e, per mezzo di esse, a manifestarsi. Ancora un significato può avere il motto in oggetto: il Verbo divino sempre uguale e sempre tutto è presente nell’intimo di ogni uomo, come in un grembo di madre, perché l’uomo è fatto nell’immagine di Dio e come sua somiglianza, e chiede di essere portato alla luce della coscienza. Nella dinamica del Battesimo, Cristo per la sua morte è sepolto come seme in ogni credente e di là risorge in lui nella sua augurabile crescita e santificazione questi. Il secondo mistero del Rosario propone la Visitazione di Maria a Elisabetta, durante la quale Giovanni il Battista nel grembo della madre avverte la visita del sole divino fatto carne, anch’egli nel grembo della madre, e per la gioia esulta.
Il termine illuminazione, che in ogni religione denota la fase finale di un percorso spirituale, in alchimia trova riscontro nella solificatio: a un certo punto l’uomo diventa un sole. Guidano a questa mèta alchemica l’innamoramento, il sogno, la poesia e la profezia che, ultima, dalle prime tre deriva. Lungo il percorso, anche se l’amore con la forza che gli è propria cresce sempre proprio come un seme, non sempre dai sentimenti dell’amante è avvertito allo stesso modo. Nella poesia l’autore lo rileva quando scrive che i suoi pianti, sospiri ed ardori non seguono lo stesso ordine di freddi, temperie e calori prodotte dal sole sulla terra. Il lui non ci sono variazioni nel tempo, perché egli sperimenta nello stesso tempo l’acqua delle lacrime, l’aria dei sospiri e il fuoco degli ardori. Pur tuttavia si può parlare di un certo prevalere nel tempo di una dimensione su tutte le altre; e come ogni buon direttore di spirito, Bruno intende preparare l’innamorato di Dio a vivere saldo i diversi climi della vita spirituale: le estati delle estasi e gli inverni delle aridità, così che non si rallegri troppo nelle prime e non si abbatta nelle seconde. In altre parole ricompare qui il già citato motto bruniano: In hilaritate tristis, in tristitia hilares.

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Tansillo – Appresso è disegnato uno che ha nel suo scudo, anch’esso diviso in quattro colori, l’elmo con un sole che irradia i suoi raggi sulla crosta terrestre, e vi è una nota che dice: Idem semper ubique totum, cioè lo stesso sempre e ovunque tutto.
Cicada - Vedo che l’interpretazione qui non è facile.
Tansillo - Quanto più il significato è elevato, tanto meno è usuale; e verificherete che sarà il solo, l’unico possibile, senza essere stiracchiato. Considerate che il sole, benché rispetto alle varie regioni della terra - secondo i vari periodi, luoghi, e zone - si mostri diverso, rispetto all’intero globo agisce, invece, univocamente e in ogni luogo è come in tutti gli altri, dal momento che, qualunque sia il punto dell’ellittica, ivi si alterneranno l’inverno, l’estate, l’autunno e la primavera, e il globo terrestre riceverà tutti e quattro gli effetti, perché non vi sarà regione dove farà caldo, se non ce n’è una opposta ove farà freddo. Quando al tropico del Cancro sarà caldissimo, al tropico del Capricorno sarà freddissimo, così che, per lo stesso motivo, quando nell’altra zona sarà inverno, qui sarà estate e nelle zone intermedie sarà temperato in periodo primaverile o autunnale. Allo stesso modo si alternano le piogge, i venti, il calore, il freddo; anzi non potrebbe essere qui umido se non fosse secco altrove, e il sole non riscalderebbe questo emisfero se non avesse smesso di riscaldare l’altro.
Cicada - Senza che prosegui, ho capito cosa intendi dire. In questo scudo si intende dire che, come il sole dona la sua luce alla terra tutta, e questa in ogni parte la riceve, così l’oggetto del desiderio dell’amante appassionato, con il suo splendore lo rende attivamente soggetto passivo di lacrime, che sono le acque, di ardori che sono il fuoco, di sospiri, quali sono certi vapori che sono cose intermedie che partono dal fuoco e vanno alle acque, o partono dalle acque e vanno al fuoco.
Tansillo - Ciò è mostrato assai bene nei versi che seguono:

Quando declina il sol al Capricorno,
fan più ricco le piogge ogni torrente;
se va per l’equinozio o fa ritorno,
ogni postiglion d’Eolo più si sente;
e scalda più col più prolisso giorno,
nel tempo che rimonta al Cancro ardente:
non van miei pianti, sospiri ed ardori
con tai freddi, temperie e calori.
Sempre ugualmente in pianto,
quantunque intensi sian sospiri e fiamme.
E benché troppo m’inacqui ed infiamme,
mai avvien ch’io sospiri men che tanto:
infinito mi scaldo,
ugualmente ai sospiri e a pianger saldo.


Cicada - Questo sonetto non spiega tanto il significato dell’insegna come faceva il precedente discorso, ma piuttosto ne spiega le conseguenze o la commenta.
Tansillo - Dite meglio: la figura nella prima parte è latente mentre il motto nella seconda è molto ben spiegato; ambedue poi sono ben rappresentati nei simboli del sole e dalla terra.
Cicada - Or dunque, passiamo al terzo.

Raffaella Ferragina

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