Piccola Biografia di Giordano Bruno - Saverio Pirozzi

Scritti del filosofo Nolano. Commenti su di essi e note sul suo pensiero.

Piccola Biografia di Giordano Bruno - Saverio Pirozzi

Messaggioda attilius743 » 22/04/2012, 16:20

Giordano, al secolo Filippo, Bruno nasce nel 1548 (tra il Gennaio ed il febbraio volendo accettare l’ipotesi del suo più puntuale biografo: Vincenzo Spampanato) a Nola da Giovanni, alfiere del Conte di Caserta, e da Fraulissa Savolino, piccola proprietaria terriera di Nola.
Bruno visse a Nola fino al 14° anno d’età nel casale di proprietà della sua famiglia posto alle falde del colle Cicala, sul versante che guarda S. Paolo Belsito; qui studiò grammatica e Latino prima con un giovane prete, Gian Domenico De Iannello, figlio di una vicina di casa, poi con il maestro Bartolo d’Aloja. Sull’ubicazione della casa dei Bruno si è tanto scritto e tanto ipotizzato. Non essendovi documenti ufficiali che permettessero di risalire alla famiglia del filosofo, i suoi biografi hanno rivolto la loro attenzione alla famiglia della madre, i Savolino; e hanno concluso che il casale dove sarebbe nato e vissuto il giovane Filippo doveva trovarsi nelle vicinanze di S. Giovanni al Cesco, un’antica chiesa al cui posto, oggi, c’è il convento dei frati cappuccini, alle falde del lato Nord-Ovest del colle di Cicala. Tale ipotesi è confutata, con motivazioni etico-sociologiche, dal prof. Alfonso Cerciello che sottolinea come ancora oggi, e a maggior ragione nel XVI secolo, a Nola, nel matrimonio, alla donna spetta portare la dote e all’uomo la casa, ed è impensabile che un ufficiale del XVI secolo potesse esimersi da questa consuetudine, ergo, l’abitazione natale di Bruno non poteva essere di proprietà dei Savolino. Modestamente, io faccio notare, invece, come ad ipotizzare l’abitazione dei Bruno sull’altro versante del colle di Cicala, verso S. Paolo Belsito, lo consente proprio il filosofo nolano nello Spaccio della Bestia trionfante laddove afferma che da casa sua vedeva il cuculo lasciare la Starza e in undici minuti raggiungere la cima delle rovine della rocca degli Orsini, sulla vetta di Cicala, e da li andare nella vicina Scarvaita. Ordunque, per quanto riguarda la Starza, pur essendo questo un termine generico per individuare una conca naturale, una vallata, tale termine è associato abitualmente alla zona alle falde del monte Somma, ancora oggi così definita, e diversi documenti del XVI secolo individuano con tale nome proprio quella zona del ‘nolano’; inoltre un uccello di medie dimensioni come il cuculo copre in undici minuti proprio un percorso sui 4/5 chilometri, tanti quanti sono i chilometri di distanza dal monte Somma al colle di Cicala, le altre starze, sul versante Nord di Cicala (Casamarciano e Cicciano) sono troppo vicine; infine Scarvaita è una località di S. Paolo Belsito, non di Nola; e si trova a fronteggiare i primi contrafforti dell’Appenino avellinese, dove sono i comuni di Liveri e Lauro. È superfluo ricordare ai nolani, ma non a chiunque interessi questo particolare della vita di Bruno, che dal convento dei cappuccini non si può vedere il monte Somma e la Starza, quindi Bruno, da lì, non avrebbe potuto osservare il volo del cuculo.
Bruno era certamente un provetto astrologo, come ha dimostrato in diverse sue opere; ed è molto strano che non si sia informato presso i suoi parenti della data e dell’ora stessa della sua nascita; accettando che l’abbia fatto, è nel Candelaio che il Nolano fornisce due elementi ben precisi per individuare una data ed un’ora di nascita. È vero che li attribuisce a Bonifacio ed a Corcovizzo, due suoi personaggi non certamente degni di stima; ma Bruno, oltre ad essere uno spirito faceto teorizzava la sintesi dei contrari e la coincidentia oppositorum e quindi non temeva di confondersi con due personaggi ben lungi da lui per moralità e valore; inoltre, questi sono gli unici riferimenti di questo tipo che possiamo ritrovare nelle sue opere. Ebbene Bruno dice che Bonifacio è nato quando Venere era al 27 grado di Gemelli e Corcovizzo con l’ascendente nel segno di Minerva. Nel 1548 Venere si trova al 27 grado di Gemelli il 5 maggio (ovviamente con l’ancora in vigore calendario giuliano), e l’ascendente in Ariete (il segno di Minerva) pone la sua ora di nascita all’incirca nelle due ore precedenti il sorgere del Sole, verso le 3 o le 4 del mattino. Tale data è quanto meno verosimile, se si tiene conto che tutte le date che scandirono il periodo di permanenza a S. Domenico Maggiore sono immediatamente successive al 5 maggio (egli divenne novizio a metà giugno del 1565 e, sempre a metà giugno, professo, suddiacono e diacono; e sempre subito dopo la metà di maggio 1573 fu iscritto allo Studio di Teologia). Perché non considero attendibile l’ipotesi del prof. Spampanato?!? Semplicemente perché contiene due errori marchiani: il primo riguarda la pretesa individuazione del periodo di nascita con la prima terna di date che nel calendario ecclesiastico va sotto il nome di quattro tempora (i giorni adibiti all’ordinazione sacerdotale); orbene, Bruno dichiara di essere stato ordinato alli tempi debiti; quant’anche egli avesse voluto indicare uno di quei periodi, che non sono, comunque, tassativamente utilizzati per l’ordinazione sacerdotale, non si capisce perché avrebbero dovuto essere, necessariamente, ‘i primi’ tra i quattro tempora; inoltre, la coincidenza di questa ‘terna’ nei primi giorni del febbraio 1572, come individuati dallo Spampanato, non tiene conto che Bruno non poté essere ordinato che nel 1573, non avendo, nel 1572, ancora compiuto 25 anni, età indispensabile per l’ordinazione, come lo stesso Spampanato, involontariamente, ricorda citando un documento della Curia generalizia dei Domenicani del 1566. Invenzione per invenzione, almeno la mia non è basata su elementi falsi o errati; né ha la pretesa di essere certa!

Saverio Pirozzi
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